Studio Ceredi
Architettura & Design

Concorso per la ricostruzione del Rifugio Alpino Spruggio Giovanni Tonini

Concorso per la ricostruzione del Rifugio Alpino Spruggio Giovanni Tonini a Baselga di Pinè (TN)

Competition entry: Year 2025

TEAM

Fabio Andreetti - @wall_studio_sgp

Francesco Ceredi - Studio Ceredi

Paolo Ceredi - Studio Ceredi

PREMESSA

Nel documento di indirizzo alla Progettazione vengono evidenziati gli elementi principali che la proposta progettuale deve rispettare: al primo posto troviamo il dialogo profondo che il nuovo rifugio deve instaurare con lo stallone esistente di Malga Spruggio Alta, quindi con l’edilizia rurale di alpeggio, con i suoi caratteri stilistici, formali e strutturali, quali elementi storici che identificano il territorio stesso, testimoni dell’antropizzazione puntuale del contesto naturale montano. Successivamente viene evidenziato il rapporto che la proposta deve avere con il sito, in termini di riduzione della copertura del suolo e dello sviluppo volumetrico fuori terra, con l’intento di minimizzare l’impatto ambientale del corpo di fabbrica. Si preferisce una geometria compatta, che dialoghi con l’esistente in termini formali e costruttivi, ma che riesca a garantire le superfici richieste dalle dotazioni funzionali. Un ulteriore vincolo è dato dal mantenimento dalla posizione della teleferica esistente, di cui è richiesto il ripristino, essendo questa l’unico mezzo di trasporto delle merci dalla vallata al rifugio.

IL PROGETTO

Con tali premesse, la soluzione progettuale scaturisce dal DIALOGO col contesto, sia edilizio che naturale: all’interno di un nuovo volume massivo, che si rifà alla TRADIZIONE dell’archetipo storico dello stallone, si sviluppano gli ambienti, creando una separazione tra ambienti privati e di servizio, destinati ai gestori, e lo spazio pubblico, destinato agli escursionisti di passaggio e agli alpinisti che vorranno pernottare nel rifugio. Il nuovo rifugio viene pensato come edificio allungato, parallelo alla Malga Spruggio Alta, di cui riprende i materiali esterni della muratura in sassi e della copertura a due falde; un parallelepipedo massivo di mt 29x6, con 2 piani fuori terra, più un piano interrato, che si sviluppa solo al di sotto della parte destinati ai servizi e in parte esternamente per consentire l’accesso ai locali tecnici. Una scala interna collega i 3 piani e funge sia da fulcro, che da separazione tra la zona pubblica e quella privata. Il nuovo rifugio non ricopre completamente il sedime del precedente edificio, sviluppa meno superficie a terra e garantisce una maggiore permeabilità del terreno circostante. Nella precedente configurazione del rifugio, l’arrivo della teleferica causava la rotazione del corpo di fabbrica verso il versante della montagna: questa soluzione aveva richiesto la realizzazione di un muro controterra in cemento armato. Nella proposta progettuale si è optato per inglobare all’interno del blocco principale la teleferica, consentendo l’eliminazione del muro di contenimento e il ripristino del naturale declivio della montagna. Pochi e mirati tagli nell’involucro di pietra individuano i punti di connessione tra interno ed esterno, marcano gli accessi e donano un carattere distintivo e contemporaneo al rifugio, pur garantendo il RISPETTO per gli elementi tipici dell’edilizia storica.

GLI AMBIENTI

Al piano terra troviamo l’ingresso, posizionato sul prospetto Ovest, in posizione baricentrica, con accesso mediato da un doppio infisso, in modo da creare una bussola climatica che evita, nei momenti d’ingresso e di uscita, la dispersione termica del calore nei periodi freddi e l’ingresso di aria calda dall’esterno nei pomeriggi estivi. Dall’ingresso si accede direttamente alla grande sala per la consumazione dei pasti con 58 posti a sedere: si è scelta la configurazione in tavoli da 4/6 persone, in modo che possano essere uniti, ridistribuiti o spostati, in base ad eventuali esigenze di utilizzo dello spazio di ristoro. Di fronte all’ingresso si trova il bar, per consentire le consumazioni veloci e il servizio bevande, mentre i tavoli sono posizionati verso la grande vetrata panoramica che affaccia sul sentiero d’arrivo degli escursionisti e sulla vallata, in modo da godere al meglio della vista durante i pasti. Esternamente, sul fronte Ovest, è prevista la realizzazione di una pedana in legno, quale terrazza panoramica, che ospita i tavoli e le panche per la consumazione dei pasti. Internamente, subito di fianco del bar, troviamo i servizi igienici a secco, disimpegnati e divisi per sesso. Un accesso secondario, situato sul fronte Est dell’edificio, garantisce l’utilizzo dei servizi agli escursionisti di passaggio, senza dover accedere al rifugio. Di fronte ai servizi igienici, a fianco dell’ingresso, è posizionata la scala, che mette in collegamento i vari piani dell’edificio. Proseguendo troviamo la cucina con annessa dispensa. Dalla cucina si accede allo spazio destinato alla teleferica e da qui al vano tecnico, separato dagli altri ambienti, dove trovano luogo la centrale termica, l’inverter e le batterie d’accumulo per l’impianto fotovoltaico da 15kW integrato in copertura, il generatore e i quadri elettrici. Uscendo dal vano tecnico, sul fronte Sud, è previsto un deposito esterno coperto, dove verranno localizzate quelle funzioni e attività di servizio al rifugio, quali il ricovero degli attrezzi, il posizionamento dei raccoglitori per i rifiuti ed eventualmente l’accatastamento della legna per i periodi invernali e le bombole per il gas destinato alla cottura dei cibi. Sul fronte Est, incassato sul versante della montagna, è stato ricavato lo spazio per l’alloggiamento delle zavorre della teleferica e la scala esterna per accedere al locale interrato riservato alla gestione dei reflui dei bagni a secco del piano terra. Il piano interrato, che occupa la proiezione della cucina, dello spazio teleferica e del vano tecnico soprastanti, da cui si accede tramite la scala interna, ospita una cantina e un locale deposito. Sempre dalla scala interna, si accede al piano primo, destinato alla zona notte con camere da letto e i bagni. A destra della scala troviamo gli spazi privati destinati ai gestori e ai collaboratori: due camere doppie con bagno completo e una camera matrimoniale con bagno privato. A sinistra, si sviluppano gli spazi destinati agli alpinisti che pernottano in rifugio: due bagni, divisi per sesso, completi di doppio lavandino, water e doccia separata, e quattro camere quadruple dotate di due letti a castello, armadiatura e piccola scrivania.

I MATERIALI

Visto il contesto naturale, caratterizzato da un terreno scosceso e accessibile solo tramite un sentiero pedonale, si è pensato di ridurre al minimo l’impatto dei lavori di ricostruzione del rifugio, sia in termini di estensione dell’area di cantiere, che dei tempi di realizzazione, preferendo sistemi prefabbricati prodotti a valle e trasportati via elicottero in loco e montati a secco. L’utilizzo del cemento armato è limitato ai soli elementi a contatto col suolo, ovvero il piano interrato e alle fondazione superficiali del piano terra. Le strutture portanti verticali fuori terra, orizzontali ed inclinate sono in X-LAM: i pannelli sono realizzati con legno locale e certificato, e prodotti in dimensioni contenute, per consentire il trasporto in loco e la movimentazione con il minor numero di macchinari possibile. Esternamente le pareti portanti sono isolate con materiali naturali come la fibra di legno e vengono ricoperte con i sassi del vecchio rifugio, opportunamente risezionati e applicati come rivestimento esterno, in modo da creare una “pelle” dalla grande inerzia termica, dalla ridotta manutenzione e dall’aspetto tipico delle architetture locali. La copertura inclinata viene isolata con pannelli in lana di roccia ad alta densità e rivestita esternamente con lamiera aggraffata, un materiale che garantisce una buona protezione dagli agenti atmosferici, una scarsa manutenzione e un richiamo alle tecnologie costruttive del luogo. La lamiera aggraffata agevola, inoltre, il montaggio e l’integrazione dei 15 kWp di pannelli fotovoltaici e i pannelli solari di supporto alla produzione di acqua calda sanitaria. Le aperture, realizzate nel volume massivo, seguono due approcci: al piano terra, grandi cornici, rivestite in lamiera graffate sull’esterno e in legno di larice internamente, individuano, collegano e proteggono delle grandi vetrate in parte apribili e in parte fisse, poste sul fronte Sud e Nord, che ampliano il dialogo tra interno ed esterno affacciandosi sul panorama della vallata. Al piano primo, destinato agli spazi privati e al riposo, le aperture si riducono a piccole finestre: garantiscono la giusta quantità di luce e ventilazione naturale alle camere e possono essere oscurate tramite l’utilizzo di scuri in alluminio, trattati a strisce orizzontali azzurre e bianche, quali elementi che contraddistinguono le architetture alpine della Società degli Alpinisti Tridentini – SAT. Il fronte Est è caratterizzato da pochi e mirati tagli verticali, che fungono sia da collegamento visivo tra gli interni del nuovo rifugio e lo stallone posto a monte, che da elementi illuminanti e arieggianti, favorendo la ventilazione naturale trasversale. Il sistema di riscaldamento è previsto con pompa di calore alimentata elettricamente, con ciclo inverso, per funzionare sia nei periodi freddi che in quelli caldi.

CONCLUSIONI

La proposta di progetto di ricostruzione del Rifugio Spruggio Giovanni Tonini rispecchia l’approccio rispettoso col contesto: la semplicità volumetrica dell’edificio, rifinito con materiali naturali, si inserisce silenziosamente nell’ambiente montano, la forte connessione formale ed estetica con il costruito preesistente riprende il dialogo con la storia e attualizza l’architettura tradizionale. Mirati tagli del corpo principale, smaterializzazioni trasparenti degli spigoli e inserimenti di volumi esterni funzionali, donano modernità e un carattere unico all’edificio, che si presta a diventare un punto di riferimento per tutti gli escursionisti e gli amanti della montagna.